Quando il caso diventa il tuo miglior alleato

La serendipità nel coaching

Nicola Bagnasco

7/2/20253 min read

Ti è mai capitato di cercare le chiavi di casa e trovare invece quel libro che avevi dimenticato di aver comprato? O di prendere una strada diversa dal solito e scoprire un posto meraviglioso che non sapevi esistesse?

Ecco, questo è quello che succede quando la serendipità bussa alla tua porta. E ti assicuro che nel coaching, la serendipità non è solo benvenuta: è praticamente indispensabile.

Cos'è davvero la serendipità?

Il termine viene da una fiaba persiana sui "Tre principi di Serendippo" (l'antico Sri Lanka), dove i protagonisti facevano scoperte incredibili per puro caso. Ma attenzione: non era solo fortuna cieca. Avevano spirito acuto e sapevano osservare.

Alexander Fleming stava facendo tutt'altro quando si accorse che una muffa aveva "rovinato" le sue piastre di coltura. Invece di buttare tutto e ricominciare, si fermò a guardare. Risultato? La penicillina. Mica male come "errore".

La serendipità è quando il caso incontra una mente preparata.

I tuoi paraocchi mentali

Sai cosa sono i paraocchi sui cavalli? Quegli oggetti che coprono parzialmente gli occhi per impedire al cavallo di vedere di lato. Ecco, noi umani spesso ci mettiamo i paraocchi da soli.

Quando un cliente arriva da me, di solito ha un pensiero che gira in loop: "Non ce la faccio", "È troppo difficile", "Non sono capace". È lo stesso disco rotto che suona da mesi, magari anni.

Il problema? Un pensiero dello stesso tipo porta sempre alle stesse soluzioni. E se quelle soluzioni non hanno funzionato finora, perché dovrebbero funzionare domani?

Come il coaching "rompe gli schemi"

Qui entra in gioco il pensiero laterale. Edward de Bono lo chiamava così: quel modo di pensare che invece di seguire la logica lineare, fa salti, crea connessioni impreviste, apre porte che non sapevi nemmeno esistessero.

Il mio ruolo come coach? Non è darti la ricetta magica (quella te la dà il consulente). Il mio lavoro è farti le domande giuste al momento giusto, quelle che ti fanno dire: "Caspita, non ci avevo mai pensato così!"

È come essere Banksy davanti a un muro: prendi due bambini che giocano e un cartello di divieto, e crei un'opera d'arte che ribalta tutto. Il cartello diventa la palla. La soluzione era lì, sotto i tuoi occhi, ma serviva un punto di vista diverso per vederla.

Un esercizio che puoi provare subito

Quando ti trovi bloccato su un problema, prova questo: invece di chiederti "Cosa farei io?", chiediti "Cosa farebbe [nome di una persona che ammiri]?"

Può essere chiunque: tuo nonno, Steve Jobs, quella tua amica che sembra sempre sapere cosa fare. L'importante è uscire dalla tua testa e guardare la situazione con occhi diversi.

Ti stupirai di quante soluzioni "ovvie" salteranno fuori, che prima erano completamente invisibili.

Il bacaro veneziano

Immagina un bacaro nascosto nelle calli di Venezia, una di quelle osterie autentiche dove si fermano solo i locali. Al banco ci sono Louis Pasteur, Banksy, Alexander Fleming, Steve Jobs e Pablo Picasso che si scambiano idee davanti a uno spritz e qualche cicchetto.

Non stanno lì solo per lo spritz (anche se è fatto alla perfezione). Stanno cercando attivamente ispirazione, nuove idee, connessioni inaspettate. Stanno ricercando la serendipità.

Ecco cosa fa il coaching: ti invita a unirti a loro al banco di quel bacaro. Non aspetta che il caso arrivi, lo va a cercare. Crea le condizioni perché succeda qualcosa di nuovo.

Il punto è questo

La serendipità non è magia. È il risultato di una mente aperta che sa riconoscere le opportunità quando si presentano. E spesso si presentano proprio quando smetti di cercarle disperatamente nello stesso posto.

Nel coaching, questo succede in continuazione. Un cliente viene per migliorare la comunicazione in ufficio e scopre che il vero problema è come si relaziona con se stesso. Un altro vuole perdere peso e capisce che deve prima "perdere" alcune relazioni tossiche.

Il viaggio non è mai quello che pensi all'inizio.

Se anche tu vuoi scoprire cosa può succedere quando smetti di cercare sempre nello stesso posto, facciamo una chiacchierata. Magari la serendipità ha già scelto questo momento per bussare alla tua porta.